ALTERED LANDSCAPE BY CATA GONZALEZ

Venice Jazz Club 2011

La mia opera nasce dalla costruzione di immagini e sulla riflessione dello spazio, grazie all’uso della tecnica del collage. Nell’ultimo periodo ho lavorato a una serie di fotomontaggi che sviluppano una riflessione dello spazio sociale, sul paesaggio e sull’idea del paesaggio. Questa osservazione, si focalizza sull’analisi di costruzioni sociali e forme di abitare che si rivelano nel’ ricerca dell’idea di distopia. In questo spazio fittizio che creo con il digitale e la fotografia, indago alcuni elementi dal potenziale significato simbolico che ci circondano come la spazzatura e le rovine della società . Questi elementi, non appena vengono decontestualizzati danno vita a nuove narrative che svelano relazioni fatte di ironia e contrasto, che esprimono l’interpretazione visuale di un tipo di società caratterizzata da un gusto “pop”. Con questa analisi, provo ad articolare le differenti relazioni spaziali tra diversi elementi che possono essere sia decontestualizzati dal loro significato convenzionale, che in grado di unire punti la cui unica apparente relazione sembra potersi sviluppare a livello di immagini o come studio di materiale mediato dalla naturale distanza fotografica. Questo metodo di trasposizione visuale mi permette di unire diversi significati che possono offrire uno sguardo intimo all’interno di un discorso paesaggistico e di un pensiero che denuncia i limiti e le incapacità dei nostri programmi sociali e dei nostri modi di vivere.

Cata.Gonzalez                                                                                             3 settembre 2011, Santiago del Cile



udineItalia.italiaudine - collettiva 2012

Galleria Tina Modotti ex Pescheria / Casa della Confraternita / Battistero Museo del Duomo

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Mostra dedicata ad una riflessione richiesta dal curatore Paolo Toffolutti ad un gruppo di 21 artisti nati all'estero, ma che hanno temporaneamente vissuto in Italia, su quanto nel paese reale, vengano applicati gli articoli della Costituzione della Repubblica Italiana. Le mostre porteranno nei due contesti espositivi, opere che tematizzano i contenuti dei diritti sanciti dalla Costituzione quali: alla persona, alla laicità, alla democrazia, all'uguaglianza, alla solidarietà, alla pace, al lavoro… e lo faranno attraverso opere pittoriche, fotografiche, video, installative, scultoree, performative secondo una selezione di artisti appartenenti alle generazioni comprese dai 25 ai 48 anni di età. Gli artisti invitati sono: Karin Andersen ( Germania), Daniella Alejandra Perez Bacigalupo ( Cile), Tomislav Brajnović ( Croazia), Léo Yigit Ekiz (Turchia), Marc Giloux ( Francia), Lek M. Gjeloshi ( Albania), Cata Gonzales (Cile), Matias Guerra (Cile), Dritan Hyska ( Albania), Lea Jazbec (Slovenia), Kensuke Koike (Giappone), Loreta Lorenzon ( Argentina), Armando Lulaj ( Albania), Kaori Miyayama (Giappone), Robert Pettena (Gran Bretagna), Giuliana Racco ( Canada), Christian Rainer (Germania), Gaston Feltrin Ramirez (Messico), Nordine Sajot (Francia), Andreea Werner ( Romania), Eltjon Valle Marinz ( Albania). Udineitalian.it oltre alla galleria Tina Modotti sarà ospitata in altre due sedi che sono la Casa della Confraternita, in salita Castello, ed il Battistero del Duomo di Udine piazza del Duomo, inoltre la mostra udineitalian.it è inserita nella programmazione di Calendidonna 2012. Oltre ai contributi apportati con le opere dagli artisti, presenti in mostra per le inaugurazioni, vi saranno contributi critici e culturali apportati così come in catalogo da: Marco Baravalle, Riccardo Caldura, Annalisa Comuzzi, Rachele D'Osualdo, Alisa Franzil, Kristrian Franzil, Veronica Fratter, Alice Ginaldi, Paolo Toffolutti. La produzione e realizzazione del progetto è stata fatta da neo associazione culturale udine ed è resa possibile dai contributi di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Assessorato all'Istruzione Formazione e Cultura, Comune di Buttrio Assessorato alla Cultura, Calendidonna, e con la collaborazione di Comune di Udine Assessorato alla Cultura, Civici Musei, Museo del Duomo, Proloco Buri, Generali Assicurazioni, Interna, Lis Neris.

Come ci rappresentano i nostri vicini più prossimi, gli stranieri, venuti a cercare nel nostro paese fortuna o un luogo migliore per vivere e crescere i propri figli? Come ci guardano e di cosa parlano le loro rappresentazioni nel momento che hanno fatto conoscenza con la nostra lingua cultura e politica attuali? Una cultura e una società, la nostra, che si è data un'unità nazionale soltanto da 150 anni, ma l’identità italiana è nata oltre un millennio addietro ed è stata sempre basata sulla comune conoscenza della lingua letteraria, sul condiviso linguaggio delle arti visive, del teatro, della musica, sull’ armonica e appagante bellezza di un’intera cultura. Inoltre, il bel paese è stato percorso dagli ininterrotti scambi finanziari e commerciali tra Genova, Venezia, Firenze, Milano e il Regno di Napoli. Attraverso i quali – malgrado le divisioni politiche e le conseguenti debolezze strategiche – furono inventati nuovi modi di concepire l’economia e la vita stessa degli uomini. Dopo 500 anni di totale egemonia straniera i vari staterelli italiani si erano progressivamente appannati dal punto di vista civile: da soli, piccoli e divisi, non sarebbero mai stati in grado di entrare nella “modernità” politico-economica. L’idea di unire l’Italia in un unico Stato, dunque, nacque perché la “Rivoluzione industriale” in Inghilterra, la “Rivoluzione politica” in Francia e la “Rivoluzione democratica” in America avevano mostrato al mondo quanto potenti, influenti e ricchi si potesse diventare a certe condizioni. Si pensò, giustamente, che gli italiani, uniti in una sola Nazione, avrebbero potuto risalire agli antichi splendori civili, culturali, politici e – soprattutto – economici. L’unità d’Italia portò così alla nascita di un grande Stato nazionale sovrano che – malgrado la disastrosa sconfitta militare nella Seconda guerra mondiale – raggiunse un benessere economico che le genti dell’Italia non avevano conosciuto neanche quando dominavano il mondo, al tempo dell’Impero Romano. I valori del Risorgimento permeano quei concetti di giustizia e libertà contenuti nella nostra legge fondamentale. La Costituzione come strumento per raggiungere l'unità nazionale dunque, non come fattore di rafforzamento dell'identità nazionale che, se esasperata, può diventare nazionalismo. Ed è nella natura stessa del costituzionalismo essere aperti universalmente anche ai non cittadinii. L'obiettivo dei padri costituenti era perseguire l'unità nazionale attraverso una carta che non cancelli l'identità ma la apra. Il valore più profondo da rintracciare in quel documento, dunque, è dato dal fatto che una persona può essere bianca, nera o gialla, buddista, musulmana o cattolica, ma se rispetta la Costituzione, rispetta l'etica condivisa da tutti». Dunque, Costituzione come "idea metaetica" la cui osservanza consente a tutte le altre etiche, individuali e collettive, di convivere. L'obiettivo, ora, è trovare in essa quei fattori minimi di condivisione che ci consentano non l'assimilazione del diverso, ma l'integrazione con il diverso, come accade in tutti i paesi liberal-democratici del mondo. E proprio attraverso la lettura di quel "manuale di manutenzione" di un Paese che è la Carta Costituzionale, che si può leggere le aspirazioni ed i termini di funzionamento dello stesso. Italianitudine_visti dall'altro fa leggere ad alcuni artisti stranieri che risiedono ormai da tempo in Italia gli articoli della costituzione italiana per confrontarli con la realtà socio politica contemporanea alla ricerca della nostra identità a volte perduta nei giri di potere messi in atto in questi centocinquant'anni di storia. Chissà a cosa pensano e come ci vedono loro "dall'altro", come interpretano la nostra italianitudine portata al largo da questi ultimi 150 anni di età? Una mostra d'arte contemporanea per festeggiare il compleanno della nostra unità che vuole tra gli invitati riservare un posto speciale ai nostri vicini affinché ci parlino di noi, affinché osservino i nostri pregi e difetti, affinché portino in questa occasione di festa il regalo che da soli, in rapporto solipsistico, non ci saremmo mai potuti sinceramente permettere, cioè uno sguardo su come siamo e siamo stati italiani.