RANDOM BY GUNTER PUSCH

Caos Art Gallery - Venezia 2013

Per noi essere umani l`habitat è elemento di prima necessità e l’architettura è la scienza incaricata di organizzare lo spazio in cui viviamo. Allo stesso modo il meccanico ha la responsabilità di mantenere il corretto funzionamento di un sistema elettrico.

Nel lavoro di Gunter Pusch natura, scienza e habitat si uniscono per creare spazi di dialogo interiore. Nella mente creatrice, tutti i riferimenti convivono senza una logica, ma questa convivenza acquisisce senso quando viene espressa.

La sua pittura all’inizio molto materica ed espressa in una sorta d’arte povera, astratta e sperimentale, nel tempo diventa “Realismo Simbolico”; realismo perché non imita diligentemente la natura, ma la fronteggia, attraverso elementi di carattere simbolico, rappresentando un’idea oppure un preciso sentimento. Questo stile di pittura trasmette il desiderio di concepire la propria realtà spirituale nel mondo terreno, desiderio a volte ignoto allo stesso creatore.

Gunter offre gli elementi necessari a comprendere la sua visione della realtà, popolata da motori, spazi architettonici, flora e fauna, reti organiche come neuroni in connessione... diretta conseguenza del percorso formativo e l’innata passione per la natura.

Nei dipinti troviamo un topos permanentemente architettonico, sia industriale che organico. Se osserviamo bene non c’è molta differenza tra un paesaggio industriale e la rete del paesaggio organico: entrambi possono “contenere” oppure “essere abitati”...

Sono spazi in apparenza vuoti, universi in attesa, desolati, come accade nella serie “Archeologia Industriale”, dove credo rimanga la sensazione fantasmagorica della “presenza” di un ricordo. Bene descrive l’artista questo suo sentire: “… in quelle fabbriche io non ho sentito la fine ma la grandiosità e il consenso dell’uomo nelle architetture di queste cattedrali di acciaio e ora luoghi silenziosi dove la natura e l’industria fondono i loro colori e dove la natura si riprende i suoi spazi con la prepotenza con la quale l’uomo a suo tempo gliela aveva strappata…” 

In questo suo sentire affiora il senso primordiale del possesso dell’essere, denunciando che, anche nella convivenza, la natura riconosce e si riprende il proprio luogo.

Nel divenire del percorso creativo appare con forza il motore elettrico, oggetto praticamente onnipresente nella sua pittura. Il motore è il dispositivo che permette di trasformare direttamente l'energia di un campo elettromagnetico, variabile nel tempo, in movimento. Il mondo intero dipende dai motori che sostentano quasi ogni tipo di oggetto elettrico creato dall’uomo. Se questo non funziona l’intera struttura si ferma. Non progredisce.

Lo stesso succede con il cuore, nuovo elemento, che nella creatività dell’artista assume una sublime rilevanza. Il cuore è il motore primordiale dell’essere umano. Quando il motore funziona la linfa vitale fluisce nell’intero organismo, sviluppando la possibilità di creare nuovi elementi... nuove combinazioni. 

Come un cuore sano (un motore funzionante), pompa l’energia necessaria a sviluppare la crescita e può, come nel caso di Herzgefaesse, estendere, ramificare verso l’alto le sue vene... in natura... gli alberi, se hanno nutrimento, si sviluppano, creano radici... e più hanno radici, più alti riescono a crescere. Simile casualità fa prendere all’albero la sembianza di una donna in meditazione che nell’universo blu (colore per antonomasia rilassante, associato allo spazio interiore, al pensiero, all’armonia) permette a uno scarabeo – Golia l’insetto più grande del mondo - di posarsi sulla fronte, ed entrare in profonda connessione, tanto che le sue zampe si confondono con i rami, rami che fuoriescono dalla testa. 

Fin dagli antichi egizi questo insetto coprofago rappresentava infatti, così come il teschio in altre culture, la rinascita di se stessi, l’uscita dal mondo della morte e delle tenebre, per una nuova vita.

I luoghi si popolano, come in “Paradisvogel”. Il motore appoggiato sul ramo collegato al tessuto organico, eterico come l’aria, raccoglie o carica l’energia necessaria per trasformare e nutrire una intera struttura? L’uccello con le piume aperte, danza vigoroso nell’attesa che il motore si carichi, oppure è il motore a caricare, a nutrire l’habitat?

Questo a mio avviso può rappresentare le nuove possibilità che si aprono quando l’energia scorre, sperimentando libertà spirituale e liberazione psicologica. Una simbiosi dove tutti gli elementi condividono e formano un’unita (un paesaggio). 

In “Neuronenvogel” l’uccello blu, attento, esplora un nuovo universo. Come se tornasse dalla migrazione... portando con se nuove notizie.

La scelta dello spazio è indispensabile per provocare un dialogo... i muri grezzi, le fughe, le travi di Caos Gallery creano una atmosfera underground, ideale per l’universo di Gunter, che in apparenza solitario e grottesco, si arricchisce di elementi rigeneranti e di buon augurio. Qui le opere sono accolte e si fondono con lo spazio (elemento importantissimo nell’immaginario dell’artista). La pittura, la scultura e il video ci permettono d’inoltrare la soglia delle percezioni per codificare, nelle opere, la nostra personale realtà e quella del mondo che ci circonda.

Alla fine, il motore, il cuore, dona energia alla ricerca della connessione tra il mondo terreno e spirituale, trovando nell’immaginario di Gunter Pusch la strada per la creazione di nuovi scenari... 

...la natura si riprende i suoi spazi di tranquillità emotiva, con la determinazione di chi a suo tempo gliela aveva strappata... 

Daniella Bacigalupo, 14 giugno 2013